Grafologia e Arte

Il 19 gennaio u.s. si è svolto a Milano presso lo Studio di Consulenza Grafologica l’evento “UNO, INDIVISIBILE, IMMUTABILE” nato dall’incontro professionale tra la grafologa Dott.ssa Roberta Cresto Gambarova e l’Avvocato street artist Frode.

Domenico Melillo, in arte Frode, è un avvocato e uno street artist di fama internazionale. La propensione per l’arte e la fede nella Giustizia costituiscono due aspetti inscindibili della sua realtà quotidiana.

L’incontro tra grafologia e arte nasce nel corso di un processo, quando il Giudice ritiene necessario effettuare una relazione tecnica in materia grafologica al fine di accertare l’autografia di alcune firme. La Dott.ssa Cresto Gambarova viene nominata consulente tecnico d’ufficio e Frode, in veste di legale di uno dei soggetti interessati, decide di partecipare alle operazioni peritali incuriosito dal mondo peritale grafologico. La Dott.ssa Cresto Gambarova scopre, durante l’incontro professionale, un aspetto inedito dell’Avv. Melillo ovvero la sua passione per l’arte e resta affascinata nell’ammirare i suoi dipinti sui muri per le strade di Milano. Già, perché l’arte di Frode nasce in strada. Roberta si offre di analizzare scritti autografi di Frode, disegnandone un ritratto grafologico che evidenzia le molteplici sfaccettature della personalità dell’artista. Tuttavia, l’identità resta una, INDIVISIBILE E IMMUTABILE.

Questo incontro non solo ha offerto a Frode uno spunto di riflessione su di sé, ma è stato fonte di ispirazione per la creazione di cinque opere uniche, accomunate dal tema dell’identità personale, esposte per la prima volta al pubblico in occasione dell’evento. La Dott.ssa Cresto Gambarova e Frode, professionisti impegnati rispettivamente nella definizione e nell’affermazione dell’identità personale attraverso il segno, hanno dialogato con i partecipanti spiegando come la grafologia e l’arte possano aiutare il singolo a comprendere appieno la propria vera identità, così sconosciuta e così temuta.

UNICO, INDIVISIBILE, IMMUTABILE” di Roberta Cresto Gambarova.

“Scrivo, a mano, ergo sum.

Tutti sono ormai capaci di pigiare il tasto di un telefonino o di un PC ma il risultato è qualcosa di impersonale che potrebbe aver scritto chiunque.

Poche cose, come la nostra scrittura manuale, rivelano invece chi siamo davvero, scoprendo anche la parte di noi più segreta, quella che talvolta neppure noi vogliamo conoscere.

La scrittura non esprime soltanto il messaggio attraverso un tratto grafico, ma parla di tutto quello che, nel bene e nel male, abbiamo dentro: amore e dolore, felicità e tristezza, speranza e disperazione…

La scrittura parla di noi, della nostra vita, dell’ambiente e delle persone che ci sono vicine, scelte o imposte.

Ogni volta che prendiamo in mano un foglio e una penna esprimiamo una parte “unica” di noi. Il foglio, che rappresenta l’ambiente che ci circonda, può essere grande, piccolo, rigato, a quadretti, bianco; la carta può essere liscia, ruvida; la grammatura del foglio sottile o più spessa; la penna può essere una stilo dal pennino di dimensione variabile, il colore dell’inchiostro blu, nero, verde, una penna a sfera, un roller, una matita. La semplice scelta del materiale su cui scriveremo e del mezzo che utilizzeremo per esprimere il nostro pensiero, sono indici della nostra storia passata, presente e futura. Come la tela per un pittore…..

Quando iniziamo a scrivere prendiamo le distanze dal mondo esterno – il foglio –  e con la penna abbiamo la possibilità di liberare il nostro Io più autentico. Emergono segni temperamentali che fanno parte del nostro programma genetico e sono immutabili (es. la nostra sensibilità) oltre che dati caratteriali che sono indici dell’ambiente esterno e degli stimoli che abbiamo ricevuto nella nostra crescita (famiglia, scuola, amici).

“Posizioniamo” le nostre parole sul foglio (in alto, in basso, con margini ampi o stretti, regolari o irregolari) e procediamo nell’esprimere il nostro pensiero in corsivo o stampatello, con caratteri chiari od oscuri, con lettere legate o slegate tra loro, grandi o piccole, con spazi tra parole e tra lettere più o meno ampi. Ogni segno esprime una parte di noi.

Non possiamo tuttavia fermarci all’analisi del segno grafico perché questo può essere fedelmente riprodotto da un falsario. L’aspetto morfostrutturale del segno è solo l’aspetto esteriore ma dobbiamo cercare di capire se l’insieme dei segni, rappresentati in modo particolare, è coerente con il “disegno” della nostra scrittura.

Quando scriviamo, respiriamo, proviamo emozioni (amore, odio, rabbia, gioia, condivisione, solitudine) e il ritmo del nostro cuore cambia e si riflette sul tratto grafico, alterandolo. Non solo: la psiche interviene e modifica il nostro tratto. È come un puzzle di variabili che si sommano, si annullano, si mescolano.

Dobbiamo sempre osservare il ritmo della scrittura perché parla di noi, esprime la vita che è in noi.

Quando un grafologo guarda uno scritto, è come se fosse davanti a un quadro: quello scritto è “unico, indivisibile, immutabile”. E’ la fotografia del nostro “Io”, il nostro linguaggio non verbale.

Sarebbe consigliabile acquisire qualche elemento di grafologia per avere un’idea di chi è la persona alla quale offriamo la possibilità di fare un cammino affettivo o professionale insieme a noi”.

 

 

dott.ssa Roberta Cresto Gambarova, Perito Grafologo ai sensi della legge n°4/2013, Consulente Tecnico d’Ufficio C.T.U. n. 11691 e Perito Penale n. 778 presso il Tribunale di Milano.